1,618 Fast-Mind
Dopo avere creato il gruppo e trovato il nome: Fast-Mind, il passo successivo sarebbe stato la creazione di un nostro logo. Era necessario un sistema comunicativo fatto di un simbolo e di caratteri, elementi che potessero rappresentarci e permettessero di trasmettere i nostri contenuti in una maniera chiara e riconducibile subito a noi. Essendo all’epoca un studente di design avviai io la fase progettuale, sentivo molto vicina la questione, per tanto ho iniziato a ricercare cosa ci avrebbe potuto rappresentato al meglio. Un cervello? Troppo descrittivo, meglio delle sinapsi? Umm…si, potevano andare bene concettualmente ma le bozze non convincevano. Sarebbe stato meglio qualche cosa di più semplice e definito, una forma riconoscibile.
“..avanti veloce proprio quello che vogliamo fare noi nel campo dell’arte, dare un’ accelerata, far lavorare la mente più in fretta..“
Mentre ci lavoravo, sulla scrivania suonava un boombox, uno di quei mega-stereo che portavano sulle spalle i rappers negli anni 80 (almeno è quello che noi europei ci immaginiamo che facessero gli americani in quegli anni), l’occhio mi cadde sui tasti: play-stop-ffwd-fast forward-avanti veloce-fast mind…ecco! Fast forward, avanti veloce, proprio quello che vogliamo fare noi con l’arte, dare un’ accelerata, far lavorare la mente rapidamente! Utilizzare il simbolo “ffwd” come logo era troppo scontato oltre che essere già stato impiegato in numerosi altri progetti, però ci è sembrato un concetto su cui iniziare a lavorare. P.S. Ti sei mai chiesto da dove arrivano i loghi sui tasti di controllo delle apparecchiature? Clicca qui se vuoi saperne di più…

In quel momento rivestivo il ruolo di designer e non di artista pertanto ci tenevo che il logo non fosse solo il frutto di uno schizzo casuale ma desideravo che la sua forma derivasse da uno studio preciso. Così ho fatto ricorso alla famosa sezione aurea, in particolare al triangolo aureo, che ho scomposto utilizzando le sue parti per creare una doppia freccia, come quelle del simbolo fast forward.
Successivamente ho sezionato i due triangoli rimasti ribaltandone uno per poi accorparlo a quello rimanente, creando così una forma unica e dinamica. I due triangoli definivano uno spazio vuoto (bell’ossimoro!XD) che ha permesso di inserire il logotipo, in modo da creare così il marchio in tutte le sue parti (Marchio= pittogramma + logotipo). Apparentemente avevo trovato la soluzione, ma come sempre quando si è al termine di un progetto, arrivano i dubbi! La tanto ricercata precisione aurea alla fine quasi mi infastidiva, Jagod l’artista stava prendendo il sopravvento sul designer, così ho ruotato di 10° il triangolo inferiore e di 4° il triangolo superiore, incrementando la dinamicità e aumentando il senso di proiezione verso il futuro. Con questo accorgimento ho voluto dare un valore concettuale aggiunto al logo, in linea con le idee che volevamo perseguire con fast-Mind: il superamento delle convezioni!
LOGOTIPO

COLORE
L’ultima questione affrontata è stata quella del colore. In un primo momento avevamo deciso di mantenere tutto molto neutro utilizzando solo il bianco e nero, ma con il tempo ci sembrava troppo sobrio, così Akami con il suo entusiasmo ci ha spinto nel dare più colore alla nostra visual identity.
Individuare un colore che ci rappresentasse si apprestava a diventare una bella sfida, perchè è una componente molto soggettiva ed eseguire uno studio preciso vista la vastità dell’argomento e le numerose teorie è un lavoro lungo (Sull’argomento consiglio il libro “Colorama” di Riccardo Falcinelli). Ci siamo interrogati su quale fosse il colore preferito da ogni componente, per me era il verde, per Luca il blu e per Akami l’ottanio! “L’OTTANIOOO?? Ma che c**** di colore è?”
Si, è quello che abbiamo pensato tutti subito. L’ottanio è quello che molti chiamano petrolio, non è un blu ma nemmeno un verde, è una tonalità intermedia tra i due…be soluzione trovata! Un colore che alcuni vedono in modo e altri in un altro non può che rappresentare a pieno Fast-Mind e la componente soggettiva dell’arte!