L’innesco
Venerdì 25 ottobre 2013 – Ore: 16:00
Se dovessimo trovare un data precisa per la creazione di Fast-Mind sarebbe questa, perchè io e Luca ci incontrammo in quel momento per la prima volta ai piedi della Mole, due semi-sconosciuti che si ritrovarono a condividere ed unire le proprie idee in un progetto ambizioso.
Luca insieme al suo compagno di classe Alessandro avevano il desiderio di partecipare attivamente nel mondo artistico, volevano dare un loro contributo, non sapeva bene come, ma ne sentivano la necessità. Così alla ricerca di qualcuno con cui condividere questo desiderio e cercare di convertirlo in modo più concreto mi contattarono.
Io, complice anche l’età maggiore e il percorso di studi, ero già immerso nell’arte e nel mondo della comunicazione visiva, ma soffrivo la solitudine delle mie idee: avevo un taccuino pieno di bozze, citazioni e pensieri ma sapevo che solamente con il valore della condivisione sarebbero riuscite ad uscire fuori con forza verso un destino migliore. In quel momento stavo preparando la tesi di laurea e questo desiderio di confronto si faceva insistente.
Forse per caso o forse no, ma gli intenti fecero presto ad unirsi, con questo incontro si creò il giusto innesco per far brillare qualche cosa di nuovo!
“Pensiamo che l’evoluzione artistica e di conseguenza quella umana ci ha portato a concepire inevitabilmente l’arte in una maniera differente…”
Negli anni successivi Alessandro decise di non proseguire il progetto però si unirono Akami una cantante-poetessa e Chiara scrittrice e social media manager, tutt’ora desideriamo allargare il gruppo, quindi se siete interessati non esitate a contattarci sui nostri social o all’indirizzo info@fast-mind.it.

Tornando alle origini, il primo obiettivo era quello di dar concretezza al gruppo con un nome che potesse rappresentare al meglio le nostre idee, e qui entrò subito in gioco il famoso taccuino di cui vi parlavo prima: li fermo tra le pagine c’era un appunto scritto veloce, in cerca della giusta destinazione, sembrava essere il nome adatto al momento adatto e fu subito accettato da tutti senza troppi ripensamenti: nacque così FAST-MIND!
Perchè Fast Mind?
Le avanguardie del XX secolo erano affascinate dalla progresso tecnlogico, esaltavano la velocità del mondo “moderno”,la rappresentavano nell’arte e la ricercavano nel modo di vivere. A più di un secolo di distanza, questa velocità è incrementata esponenzialmente e noi pensiamo che non sia più da ricercare fisicamente perché ormai è una realtà comune e quotidiana, bensì pensiamo sia da ricercare nella nostra mente per poter farne lo strumento principale per la creazione di un futuro in campo artistico e perché no, anche nella vita.
“Nel XXI secolo l’arte vive nella nostra mente tanto quanto prima viveva solo nei nostri occhi.”
Pensiamo che l’evoluzione artistica e di conseguenza quella umana ci ha portato a concepire inevitabilmente l’arte in una maniera differente, potenziando quello che ci può trasmettere perché va a unire la dimensione fisica con quella psicologica superando così il conflitto tra tecnica e concetto nel processo creativo. Nel XXI secolo l’arte vive nella nostra mente tanto quanto prima viveva solo nei nostri occhi.
Jagod
Appunti sparsi
- Il primo contatto tra me e Luca ci fu virtualmente già nel 2012, suggerendomi un curatore che ricercava giovani artisti per una mostra. Lo stesso curatore nel 2016 entusiasta del nostro manifesto ci invitò tutti e due ad una mostra nella Galleria Carrozze di Palazzo Medici a Firenze.
- Nel periodo in cui si decise di creare Fast-Mind, stavo preparando la tesi di laurea, che si rivelò molto utile anche nella costruzione dei futuri apparati comunicativi del gruppo.
- Il nome “Fast Mind” annotato sul mio taccuino, inizialmente era stato pensato per un ipotetico marchio o linea di street-wear in cui il concetto di sport e velocità si andava a legare al mondo dell’arte, rimase fermo alcuni anni in attesa del suo destino.
- Inizialmente eravamo indecisi tra il nome al plurale o al singolare, ma si è deciso di lasciarlo al singolare in modo da trasmettere l’idea della propria individualità artistica che va a creare un collettivo.